PORDENONE. Al momento della stipula del contratto "ha taciuto la sua intenzione di avere dei figli". Questa l'incredibile motivazione per la quale il Volley Pordenone si rifiuta di pagare gli stipendi arreatrti a Lara Lugli, schiacciatrice, un passato in A2.
A raccontare la vicenda è lei stessa, quando si sta affievolendo l'eco della festa della donna. Nel 2018-2019 aveva 38 anni, milita nella squadra di Pordenone in B1 che punta ai playoff. All'inizio di marzo scopre di essere incinta e lo comunica alla società. Smette di giocare. Passa un mese e lei perde il piccolo. Aborto spontaneo.
"Ho comunicato alla società anche questo, c’erano buoni rapporti, mi sembrava giusto". Ma il suo convincimento era sbagliato. Perché in sua assenza il club perde punti, scende in classifica. E nessuno le paga lo stipendio. Lei, dopo numerose richieste, attraverso un legale chiede il dovuto attraverso un decreto ingiuntivo.
Nei giorni scorsi è arrivata l'opposizione della società. C'è scritto che loro non pagano perché la accusano di "aver taciuto al momento della trattativa contrattuale la sua intenzione di avere dei figli" e di aver puntato "ad un ingaggio sproporzionato “vendendo” la sua età e la sua esperienza", sottolineando il danno arrecato alla società "tanto più che la sig.ra Lugli avrebbe potuto rientrare e completare gli ultimi due mesi di campionato anche dalla panchina".
Una risposta che la Lugli definisce "pazzesca". Come darle torto?