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Elisa Pistis, dagli esordi a Dario Fo: “Il teatro ha un senso sociale”

 

 

CAGLIARI. Elisa Pistis è un grande piccolo esempio di chi della sua passione ha fatto una professione. Nella sua carriera non solo ha recitato, ma ha anche scritto drammaturgie e fra i tanti suoi lavori, uno dei suoi ultimi successi è la rielaborazione in versione femminile di “Mistero buffo”, l’opera capolavoro di Dario Fo e Franca Rame che l’ha portata non soltanto in giro per l’Italia, ma anche in Spagna, in Svizzera (per TEDx Women) e fino al Giappone. “Quando avevo letto il testo la prima volta mi sono subito innamorata, l’opera ha dei temi universali, se rielaborata in un certo modo può parlare a tante epoche diverse”, racconta, “stiamo parlando di un’opera della fine degli anni ‘60 ed è incredibile, e questo fa capire quanto sia grande, come possa parlare ancora alla nostra contemporaneità”, e continua, “un’altra sua caratteristica è il linguaggio fisico, un altro punto importante del lavoro di Fo, e questo le dà la grande possibilità di portarla fuori da confini dell’Italia. Per me questo è un fattore fondamentale di tutti gli spettacoli che ho fatto: il teatro può essere un momento di condivisione, ma non è mai solo intrattenimento puro, c’è sempre un messaggio sotto, qualcosa su cui riflettere. Il teatro per me è sempre partecipazione attiva, ha un senso sociale”.

Dalla laurea in Beni culturali a Cagliari, percorso di studi durante il quale si è avvicinata alla recitazione, attraverso l’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, alla fondazione della Compagnia Teatrale Fronda Anomala, nella quale, oltre ad essere attrice, si occupa della drammaturgia e della regia, il teatro non l’ha mai abbandonata: “Rispetto ai miei colleghi ho iniziato a fare teatro a ventun anni, nell’ultimo periodo dell’università. In realtà era già una cosa che mi ronzava in testa già dalle superiori, ma forse non sapevo ancora bene da dove cominciare. Quando sono tornata dall’Erasmus non so cosa mi sia successo, ho avuto l’illuminazione e ho deciso che avrei voluto fare teatro come professione. Ho voluto provarci”, racconta. 

Tra le grandi esperienze che “Mistero buffo” le ha portato c’è anche un incontro, in particolare con il creatore dell’opera, Dario Fo: “È stato quasi come conoscere un padre, un padre artistico”, racconta, “è stato molto generoso con me, mi ha molto incoraggiato, soprattutto mi ha detto di non mollare nei momenti in cui avrei avuto difficoltà, perché sarebbero arrivati e infatti i momenti difficili ci sono. È stato un incontro per me fondamentale”. Ad oggi Elisa Pistis sono già due anni che lo porta in scena e a breve ripartirà per la Toscana, ma per l’anno a venire ci sono ancora tante cose in ballo, tra cui un nuovo spettacolo da scrivere e portare sul palcoscenico che, senza anticipare troppo, forse anche per scaramanzia, avrà a che fare con la Sardegna.