Culture

Apostoli, mostra personale dell'artista Antonio Porru a Cagliari

 

 

Il video promozionale della Mostra "Apostoli" di Antonio Porru, realizzato da Maurizio Corda 

 

APOSTOLI è il titolo della mostra personale dell'artista sardo Antonio Porru che sarà ospitata dal 24 novembre fino al 30 gennaio del 2022 nella  Basilica di San Saturnino, inserita nella Rete Musei Civici di Cagliari.

La mostra di Porru è stata organizzata dal  Museo archeologico di Cagliari insieme alla Direzione regionale Musei della Sardegna, entrambi Enti facenti capo al Ministero della Culura,  ed è accompagnata dai testi critici di Gabriele Simongini, Giorgio Pellegrini, Nico Stringa, Alessandro Sitzia.

Nella serata speciale  di mercoledì 24, alle ore 17  in occasione del vernissage di inaugurazione,   il maestro Gavino Murgia si esibirà in un intervento musicale appositamente dedicato al progetto e all’esposizione.    

Antonio  Porru ci presenta  questa sua seconda importante esposizione, dopo oltre venti anni dall’ultima sua mostra all’Exmà di Cagliari a cui è seguito un lungo periodo di assenza pubblica per esplicita scelta personale.

Nella mostra  "Apostoli"  sono presenti oltre 90 opereche dialogano profondamente con lo spazio architettonico. Le opere sono raccolte in sei diversi gruppi tematici: Apostoli, Cieli, Terre, 1652 peste a Sanluri 2020 Pandemia, Testimoni, Terrecotte e, secondo la mia personale interpretazione, sono opere frutto di una intima e alchemica ricerca della pietra primigenia e filosofale.  La stessa forma espositiva che le racchiude infatti rispetta una "esoterica" sequenza matematica ricursiva costante e basata sul numero 6:  dodici ritratti replicati sei volte, che vengono  inseriti in un retable di sei pannelli e dodici raffigurazioni di grande formato. 

Questo articolo però non intende soffermarsi dal punto di vista critico sull'indubbio valore dell'artista ma vorrebbe essere sopratutto un invito, rivolto a chi non conoscesse Antonio Porru, affinchè  si possa scoprire l'opera di questo nostro importante conterraneo,  attivo da molti anni e presente in Sardegna con molte importanti opere di cui diamo conto nella biografia sotto.  

Nonostante la lunga assenza dalle esposizioni pubbliche il percorso artistico di Antonio Porru, che da qualche tempo si firma con lo pseudonimo "Nassiu" in memoria del proprio fratello scomparso, è infatti proseguito incessante in tutti questi anni, lasciando una importante traccia in diversi luoghi della Sardegna,  anche e sopratutto nel proprio paese natale Sanluri. Le sue opere sono esempi di arte murale visiva, che richiamano alla memoria la tradizione di antichi maestri, artisti e artigiani e anche le linee di moderni e innovativi street-artist contemporanei.

Antonio Porru,  è un artista e "artifex" in grado di incidere la materia disegnando le proprie opere sui muri, con mano precisa e sapiente. Sa unire in una lunga linea sottile, fatta d'ombre, di terra rossa, di colore bianco e di luce,  immaginari visivi e culturali che sono insiti in noi Sardi, antichi e moderni al tempo stesso.  E sta lasciandoci in dono, lungo il suo percorso artistico, belle tracce di questo suo grande affresco,  personale e onirico, che rappresentano il frutto di alto muralismo, graffittismo, pittura materica, primitivismo, astrattismo e arte concettuale più contemporanea.

La foto sottostante (che riportiamo per gentile concessione dell'artista) lo ritrae davanti ad una delle ultime sue opere, realizzata di recente  proprio a Sanluri, sulla facciata di una casa campidanese. Quest'opera fa parte di un visionario e ben più ampio  progetto artistico di Porru,  che ha ottenuto il beneplacito anche da parte dell'Amministrazione Comunale.  Questo progetto innovativo di arte urbana  infatti   "ripensa" in termini estetici tutto il profilo dei fabbricati che si affacciano sulla Via Orsini,  storica strada sanlurese che partendo dal Castello "Eleonora d'Arborea"  porta dal centro abitato verso la "piana de S'Occidroxiu". Luogo storico  dove, nel 1409,  si svolse  "Sa Batalla"  tra le truppe Aragonesi e quelle del Regno d'Arborea. Battaglia che ogni due anni viene commemorata e rievocata durante la bella manifestazione omonima. 

Antonio PORRU Murale Via Orsini Sanluri

Foto: Antonio Porru ritratto di fronte ad una delle sue opere murali in corso di realizzazione a Sanluri

 

BIOGRAFIA DELL'ARTISTA
Antonio Porru nasce a Sanluri (Cagliari) nel 1950. Sin da piccolo la sua passione è il disegno. Nel 1966 frequenta la scuola d’arte di Oristano. Nel 1969 si diploma, rifiuta varie proposte di lavoro e la possibilità di intraprendere la carriera di insegnante: la sua passione per la pittura e per l’arte non gli consente di cedere a compromessi. Nel 1973 frequenta un laboratorio sulla terra cotta organizzato da un frate francescano, Padre Ambrogio Fozzi, nel convento di Santa Lucia di San Gavino.

L’esperienza sarà di grande importanza per la sua formazione; la terra lo appassiona e non lascerà più questa materia che utilizzerà in vari modi sperimentando la sua potenza espressiva. Nel 1981 dà vita con scritti e illustrazioni a un giornalino dal titolo “Sellori”, nome antico del paese di Sanluri, in cui affronta tematiche politico-sociali.

Nei primi anni ottanta costruisce di sana pianta la sua casa in località “CuccuruS.Rita”, non lontano dal suo paese e si trasferisce con la sua compagna Rita. Seguirà un periodo di intenso lavoro, specialmente con i bassorilievi, ma anche con le sculture a tutto tondo, sempre in terracotta. Alla fine degli anni ottanta frequenta il suo vecchio professore di disegno della scuola d’arte, il pittore Antonio Amore (amico di Balla e di Guttuso). I due diventano amici e condividono per un decennio lo studio laboratorio di Sanluri. Negli anni successivi realizza diverse opere per il suo paese, pannelli in terra cotta, bassorilievi, stele in pietra e graffiti. La prima mostra di rilievo avviene nel 2002 all’Exmà di Cagliari.

Nel 2010 vince a Oristano il 1° premio “Città della ceramica”. Viene chiamato a partecipare alla mostra dislocata nella città di Sassari, per la prestigiosa Biennale di Venezia, curata da Sgarbi. Nel 2014 la Facoltà di teologia di Cagliari gli commissiona un lavoro importante: una terracotta da sistemare nell’aula magna. Con questo grande pannello si chiude forse definitivamente il periodo dei bassorilievi.

Nel 2015 il preside del Liceo Dettori di Cagliari gli commissiona un grande graffito per il 150° della sua fondazione. Negli ultimi anni la sua attività si concentra nella realizzazione di ritratti di grandi dimensioni di persone che fanno parte della sua quotidianità. Sue opere sono presenti nella collezione della Fondazione Banco di Sardegna, oltre che in molte collezioni private.

 

 

APPROFONDIMENTO CRITICO:

Dal testo critico di Gabriele Simongini, che accompagna la mostra, riportiamo alcune importanti considerazioni:

Questo è un mondo in cui ciascuno di noi, conoscendo i propri limiti, conoscendo i pericoli della superficialità ed i terrori della fatica, deve attaccarsi a ciò che gli sta più vicino, a ciò che egli conosce, a ciò che può fare, ai suoi amici, alle sue tradizioni, ai suoi amori, per non finire disciolto in una confusione universale, senza sapere nulla, senza amare nulla. Come un lampo, vedendo gli “Apostoli” laici e i ritratti di Antonio Porru mi è tornata alla mente questa riflessione di Robert Oppenheimer […]

E proprio questo ho trovato di fulminante nelle opere di Porru, la verità intensa ed ineludibile, anche se fragile, di un’autenticità che si personifica e ci guarda ad occhi spalancati con i visi di familiari, amici, conoscenti che danno vita, complessivamente, ad una sorta di confortante scialuppa di salvataggio nella caotica e spesso insensata tempesta che ogni giorno ci travolge. […]

La vocazione artistica di Porru è popolare, nel senso più alto del termine e tale da accomunarlo, mutatis mutandis, a tre grandi artisti sardi come Costantino Nivola, Maria Lai e Pinuccio Sciola.

[…] Nel caso di Porru questa vocazione popolare si esprime con la massima efficacia, da “cantastorie”, nei graffiti realizzati in tanti paesi della Sardegna, fra cui spicca quello di Sanluri, intitolato “Sinopie di un secolo incerto”, con i dodici “Apostoli” che come apparizioni emergono con la testa, le braccia e le gambe dai muri calcinati del Museo del Pane che diventa il  loro corpo “bianco”.

L’interno si proietta all’esterno e quelle figure, sedute, manifestano una immediata propensione al dialogo e alla condivisione diventando messaggeri di autenticità tanto che si potrebbe immaginare qualcosa del genere per tutte le case del paese. Così tutte le opere raccolte nei sette gruppi che innervano la mostra sembrano in realtà frammenti di una sola grande opera murale e corale in cui trova immagine un’umanità concreta e primigenia, colta in tutta la sua sincerità. Del resto a Porru non interessa essere originale quanto piuttosto mirare all’originario così come è primigenio per vocazione anche il segno inciso, potente ed essenziale ma anche leggero e lirico, che costituisce la matrice di queste opere più graffite che dipinte, nell’uso di tecniche e materiali semplici ed ascetici quali terra, carboncino, tempera o terracotta. È, questa, un’umanità che resiste al drastico, sconvolgente mutamento antropologico del nostro stare nel mondo sotto il dominio delle corporazioni hi-tech che ci cullano con la promessa di ogni meraviglia e di ogni soluzione per una vita migliore, appagante e cool, in una società ossessionata dal profitto, dal presente e dalla sua ininterrotta partecipazione mediatica e virtuale. 

Gli “Apostoli” in particolare, col solo sguardo e con la loro semplice presenza autenticamente umana, danno testimonianza concreta della fatica, del Iavoro, dell’impegno quotidiano di coloro che realmente sono le colonne portanti della famiglia e della società o perlomeno di quel che ne resta oggi. Non a caso, nelle opere in mostra, gli “Apostoli” sono rappresentati a figura intera quasi per sottolineare la solidità del loro ruolo mentre in quasi tutti gli altri ritratti emergono solo la testa e il busto e talvolta, come nella serie a tempera e carboncino del 2020, a quelle figure viene dato un andamento regolare, quasi oggettuale, tanto che alcuni sembrano assumere quasi la forma di vasi antropomorfi. […]

Così, in un mondo dove sembra pericoloso perfino abbracciarsi e stringersi la mano e in cui i legami umani sono stati sostituiti dalle connessioni digitali, vien voglia di toccare queste opere così vitali, di sentirne le rughe e l’epidermide materica ma anche quel senso del tempo e della memoria (“La memoria è l’anima”, diceva Umberto Eco) che si portano addosso insieme ad una sorta di misterioso destino esistenziale. [..]” 

 

INFORMAZIONI SULLA MOSTRA: APOSTOLI - personale di Antonio Porru
Testi critici di Gabriele Simongini, Giorgio Pellegrini, Nico Stringa, Alessandro Sitzia

Organizzazione: Museo archeologico di Cagliari e  Direzione Regionale Musei di Sardegna (Ministero Cultura)

Catalogo in mostra – Maretti Editore
Partner: Fondazione di Sardegna, Central Formaggi

Inaugurazione 24 novembre 2021 ore 17.00
Con esibizione musicale del maestro Gavino Murgia
Basilica San Saturnino 
Piazza San Cosimo – Cagliari 

Il video promozionale della mostra  è stato realizzato da Maurizio Corda (www.mauriziocorda.com

Fino al 30 gennaio 2022
Orari: da lunedì al sabato dalle 8:30 alle 13:30 – altre aperture verranno presto comunicate 
tel. 3454779953 – 3333806558 – 0703428266  mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio Stampa:  Roberta Melasecca  

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