MONSERRATO. Iniziata il 27 ottobre a Monserrato, dopo i primi appuntamenti a Pavia, l’edizione 2021 del Cammino di San Saturnino non si è fatta fermare dalla pioggia incessante dei giorni scorsi. Centinaia i pellegrini in viaggio fino all’ultima tappa del primo novembre a Usellus (nell’Oristanese), dopo aver attraversato oltre sedici Comuni, a partire naturalmente dalle città in cui il santo è patrono (Isili e Cagliari) e dove tutto ha avuto inizio quattro anni fa con il prezioso contributo di sindaci, Arcidiocesi di Cagliari e Oristano, Esercito, Arma dei carabinieri, Coldiretti e Coldiretti Donne impresa Sardegna.
«Ritrovare la spiritualità, educare alla scoperta dei nostri territori e alla valorizzazione degli stessi, mettendo in risalto ogni peculiarità: dai beni culturali a quelli ambientalistici fino alle specialità enogastronomiche»: questo l’obiettivo degli organizzatori del Cammino di San Saturnino.
Daniela Noli (presidente dell’associazione Athanatos di Cagliari e coordinatrice del Cammino di San Saturnino, in collaborazione con l’associazione Chelu e luna, guidata da Filippo Spanu) mette l’accento sull’importanza del turismo religioso: «Costituisce un importante volano per l’economia locale. Lo dicono i dati: solo in Italia si contano 5 milioni e mezzo di presenze all’anno». Sarà per questo che «dal 2017 – spiega Daniele Noli – il cammino del santo patrono di Cagliari è cresciuto. Lo dobbiamo, soprattutto, alla partecipazione sempre più numerosa dei Comuni e delle Parrocchie. Altre sì importante la presenza delle associazioni sportive e culturali, così come il coinvolgimento di studiosi e professionisti del settore. Non solo: il calendario di eventi si arricchisce di anno in anno, diventando sempre più interessante e prestigioso, grazie alla partecipazione di musicisti, cori polifonici e gruppi folkloristici. Da non dimenticare i piccoli imprenditori con le loro aziende, agricole e non. Tutti sono protagonisti, tutti costituiscono una forte rete di collaborazione che durante l’anno lavora alla promozione di uno dei numerosi itinerari religiosi della Sardegna. Quello di San Saturnino, come gli altri, attrae spesso un turismo silenzioso, ma che in seguito alla pandemia si è notevolmente incrementato». Per questo motivo, conclude Noli: «Dobbiamo lavorare in questa direzione, tenendo in massima considerazione i nostri itinerari religiosi».
A ribadire lo stesso concetto Don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI. Conferma: «I cammini religiosi non possono vivere esclusivamente di spiritualità, ma devono essere vissuti attraverso le comunità che hanno il compito di raccontarne storia e tradizioni».
Il Governo nazionale, proprio in queste settimane, è al lavoro su un disegno di legge che ha l’obiettivo di disciplinare i cammini. E di cammini religiosi si è parlato in occasione dei festeggiamenti di San Saturnino, alla presenza dell’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa e quella del senatore della Repubblica Emilio Floris..
Le celebrazioni del santo si sono aperte col picchetto militare interforze per poi concludersi con un dibattito sul turismo esperienziale che, dati alla mano, è destinato ad aumentare. Ecco perché “il turismo religioso sarà presto legge”, conferma il senatore della Repubblica Emilio Floris. Il ddl è in commissione parlamentare e sarà tale da offrire «uno strumento di salvaguardia sistemica dei cammini stessi – si legge nel documento all’esame in Senato – in quanto beni culturali complessi di arricchimento per la comunità e di conservazione per il patrimonio identitario oltre che di sviluppo economico dei territori coinvolti».
La Sardegna? Farà la sua parte, ha ribadito l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa: «Nella nostra isola abbiamo sette cammini religiosi che attraversano 280 Comuni. La Regione sta lavorando per costituire una Fondazione che metta a regime un sistema che non potrà e non dovrà fare a meno della Curia Arcivescovile, alla quale spetterà il compito – attraverso un protocollo d’intesa – di gestire la parte spirituale degli itinerari».
Da Cagliari, passando per Monserrato, Ussana, Gergei, Serri, Escolca. Eancora Mandas, Gesico, Gonnoscodina. Fino ad Isili e Usellus (nel cuore dell’Oristanese devastato la scorsa estate dagli incendi): sono i Comuni sardi fra i protagonisti dell’itinerario religioso di San Saturnino (patrono di Cagliari e Isili), fra i sette cammini religiosi in Sardegna che nelle due tappe del 31 ottobre e primo novembre ha condotto il pellegrino in un viaggio alla scoperta del territorio, portando quest’anno una preghiera di conforto alle popolazioni messe in ginocchio dai roghi dell’estate appena trascorsa.
A piedi, ma anche a cavallo, in bici, vivendo una spiritualità tesa alla conoscenza dei luoghi di culto e non solo: questo l’obiettivo degli organizzatori del Progetto “Cammino di San Saturnino” che segue le orme del Santo (di cui si hanno notizie storiche anche in Lombardia). Il 15 ottobre, dunque, tappa a Pavia con incontri, dibattiti e celebrazioni organizzati in collaborazione con il Comune della città lombarda, Uecoop Lombardia, l’associazione Athanatos di Cagliari, e la società cooperativa Progetti di Pavia.
Nell’Isola, l’edizione 2021 è proseguita a Monserrato (il 27 ottobre la presentazione del libro “San Saturnino. La storia, il culto, il cammino”) per concludersi con le tappe del Cammino lungo gli oltre 16 Comuni del Sud Sardegna, in collaborazione con le Arcidiocesi di Cagliari e Oristano. Ricco, come ogni anno, il calendario di eventi: 29 ottobre, nella Sala conferenze della Fondazione di Sardegna, via San Salvatore da Horta 2 – si è parlato del Santo – a quattro secoli dal ritrovamento delle sue reliquie (1621-2021) – durante un dibattito alla presenza del vescovo di Cagliari Monsignor Giuseppe Baturi, il presidente del Consiglio comunale di Cagliari Edoardo Tocco e Don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI.
Il 30 ottobre, giorno dei festeggiamenti di San Saturnino all’interno della omonima Basilica a Cagliari, le celebrazioni si sono concluse col dibattito sui cammini religiosi, cui è intervenuto (fra gli altri) l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa.
Infine, le tappe del Cammino (31 ottobre, 1 novembre) attraverso un itinerario che ha coinvolto le comunità parrocchiali e che da piazza san Cosimo (a Cagliari) ha condotto il santo nelle chiese del territorio: da quella di Sant’Ambrogio (a Monserrato), Sant’Amatore (Gesico), San Giacomo Apostolo (Mandas), San Vito Martire (Gergei), San Basilio Magno (Serri) Santa Cecilia (Escolca), San Daniele (Gonnoscodina), Chiesa di Santa Reparata, con il coro della Confraternita (Usellus). Fino a quelle dedicate al santo nei paesi di Isili e Ussana.