In Sardegna

Crollo demografico in Sardegna: "È come se la popolazione di Decimomannu fosse scomparsa in un anno"

decimo

CAGLIARI. "In soli 12 mesi, la popolazione sarda è calata di 8.314 unità (-0,53%): come se tutta la popolazione del comune di Decimomannu fosse scomparsa in un anno appena". È il commento delle Acli regionali sugli ultimi dati Istat sulla popolazione residente, che mostrano "una Sardegna che sprofonda ancora di più nel baratro demografico".

In un solo anno sono calati di 5.601 unità (-3,42%) i giovani tra 0 e 14 anni e di ben 9.425 unità la popolazione attiva, tra i 15 ed i 64 anni (-0,94%), a fronte di un aumento della popolazione di 65 anni e più pari a 6.712 unità (+1,62%). Unico dato positivo - ricorda Acli - è l’aumento della popolazione straniera, cresciuta in 12 mesi di 2.667 unita, pari ad un aumento del 5,31%, con un peso relativo che pass dal 3,2 al 3,4% della popolazione totale.

A livello territoriale a perdere la percentuale superiore di popolazione è la provincia di Oristano (-0,83%), seguita dalla provincia di Nuoro (-0,76%) e dal Sud Sardegna (-0,73%). Più ridotte le perdite percentuali nell’area metropolitana di Cagliari (-0,38%) e nella Provincia di Sassari (-0,32%). In termini assoluti, a perdere il maggior numero di residenti è il Sud Sardegna con 2.444 abitanti in meno in 12 mesi, seguita dall’area metropolitana di Cagliari con 1603 residenti in meno, dalla provincia di Nuoro che perde 1.517 unità e dalla provincia di Sassari con meno 1.503 residenti; Oristano ha perso 1.247 unità. È in provincia di Sassari che si concentra la percentuale più elevata della popolazione regionale, il 30,1%, seguita dall’area metropolitana di Cagliari dove risiede il 26,7% della popolazione isolana e dal Sud Sardegna col 21,1%. Appena il 12,5% della popolazione sarda vive nella provincia di Nuoro e solo il 9,5% in quella di Oristano.

“I dati Istat purtroppo confermano le analisi che da tempo stiamo facendo con i nostri studi -segnala il presidente delle Acli regionali Mauro Carta-. Non si tratta neanche più della cosiddetta “ciambella” in quanto il calo demografico è da tempo ormai diffuso a tutta la regione e non solo al centro Sardegna. Noi abbiamo proposto alcune possibili azioni tramite Mete 2023, il rapporto di ricerca curato dal CREI ACLI che analizza il fenomeno delle migrazioni e la situazione demografica e socio-economica della Sardegna; mettiamo a disposizione dei decisori politici i nostri lavori e crediamo che sia urgente stabilire una cabina di regia con attori pubblici, imprese e terzo settore per un piano strategico che metta in primo piano il problema sociale, culturale e anche economico dello spopolamento della nostra regione”.