Culture

A Olzai concluse le riprese di "Grazia", il nuovo film su Grazia Deledda

 

OLZAI. Si sono concluse all’antico mulino di Olzai le riprese del film "GRAZIA" per la regia di Paola Columba, opera cinematografica dedicata agli anni giovanili della scrittrice Grazia Deledda,  prima e finora unica scrittrice italiana insignita  del prestigioso Nobel per la Letteratura. Un progetto cinematografico al quale, noi di YouTG, abbiamo avuto la fortuna di collaborare.  

Il film GRAZIA è prodotto da Fabio Segatori per la casa di produzione romana "Baby Films" ed è stato realizzato anche grazie al sostegno di Regione Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission e Provincia di Nuoro. L'aspetto particolare per cui attendiamo con impazienza l'uscita di questo film nelle sale è anche dato dal fatto che, nonostante sia un prodotto cinematografico d'oltre Tirreno destinato a circuiti nazionali e internazionali, rappresenta anche un interessante progetto di valorizzazione culturale e linguistica per la Sardegna.

GRAZIA infatti è un film ambientato totalmente in Sardegna  che ci parla della gioventù di Grazia Deledda ed è stato interamente girato in "limba",  in nuorese antico.  Il pubblico lo vedrà quindi con una sottotitolazione integrale, in italiano e nelle altre lingue di distribuzione. Per tale realizzazione la regista e il produttore si sono avvalsi della consulenza linguistica di Giovanni Carroni,  per compiere una operazione analoga a quella che lo stesso Carroni  ha fatto con la riscrittura dei testi di Shakespeare nella bella opera  teatrale Macbettu. (LINK)   

Quindi siamo di  fronte ad un film italiano  "continentale" girato in Sardegna e destinato alla distribuzione commerciale dove tutti parlano in Sardo. Un importante e pregevole esempio del non comune impegno e dell'attenzione, in termini di coerenza stilistica, di rispetto antropologico, storico  e linguistico, che la regista Paola Columba  ha voluto dedicare alla Sardegna.  Si tratta anche di una scelta  frutto delle più  moderne logiche culturali di approccio stilistico e fedeltà storico/linguistica nella narrazione cinematografica  che trova anche riscontro in opere "mainstream"  di successo come i due noti film di Mel Gibson "La Passione di Cristo", girato in latino,aramaico ed ebraico, oppure "Apocalypto" con gli interpreti che parlano l'antica lingua maya yucateca.

Questo genere di approccio filologico e linguistico nella narrazione filmica però molto più raramente si sviluppa in Italia.  Tra gli esempi riusciti del nostro paese possiamo citare sicuramente un recente film come  "Il Primo Re" di Matteo Rovere,  ambientato nel 753 avanti Cristo, nel quale dovendo raccontare le origini di  Roma tutti i i suoi protagonisti parlano in proto-latino arcaico. Nonostante ciò, il successo di questo film del 2019 è stato tale che ne è derivata  anche la serie televisiva  "Romulus" prodotta da  Matteo Rovere per Sky  e distribuita internazionalmente.

Girare un film in Sardo diventa quindi una scelta non solo estetica e moderna ma socialmente etica e rispettosa sia della forma storica dei luoghi della narrazione che della sostanza culturale di chi in quei luoghi e quella storia ha abitato e vissuto.

Una scelta stilistica estetica ed etica ancor più difficile quando a farla è un'autrice che, come nel caso della regista Paola Columba, a quei luoghi e a quella storia non appartiene. Eppure Columba, da non sarda, sembra aver compreso appieno e più di altri l'importanza della nostra lingua madre e quanto l'uso della stessa sia un segnale e rappresenti il codice di un riscatto etico nel nome di un nuovo possibile modo di fare cinema in Sardegna.  Far cinema in Sardegna, dalla Sardegna e per la Sardegna, in grado di parlare in Sardo, sempre a testa alta e ad armi pari verso il resto del mondo.

Ma per far parlare davvero in Sardo un film non sono sufficienti le location suggestive o  le iconografiche rappresentazioni di luoghi e personaggi antichi della nostra isola. Non bastano nemmeno tematiche arcaiche o arcane, o peggio banalità bucoliche agropastorali o nostalgie rivolte verso qualsivoglia cosa odori di "sarditudine". Non serve questo cinema per parlare di quello che la  Sardegna oggi rappresenta.

Certamente è invece più utile un film di moderna fiction come  "Grazia" ad esempio, che ci parla con sincerità di una giovane donna Sarda vissuta a Nuoro alla fine dell'ottocento che è stata in grado di rifiutare le convenzioni e costrizioni del proprio tempo decidendo di diventare una scrittrice. Non lontana nel tempo e nel sentire dalle tante storie di silenzio, sofferenza, voglia riscatto ed emancipazione femminile che nascevano allora nei paesi occidentali e che, ancora oggi sono presenti in gran parte del resto del mondo.

Paola Columba, con GRAZIA, in questo film ci parla di una Sardegna antica dove nascono idee di modernità e rivoluzione. Dove l'agire e il sentire di quella giovane Grazia Deledda alla fine dell'ottocento, non appare molto lontano o troppo diverso da quello di una ragazza iraniana che oggi decida di togliersi il velo. Questa Grazia Deledda ci parla, nella sua lingua madre, di "femminismo" ante litteram e della rivoluzione sociale che era utopia, per la Sardegna e  per l'Italia del suo tempo.

Ecco perché pensiamo sia necessario fare  cinema "Sardo" di questo tipo. Perchè si può parlare di cose di Sardegna e di tutto il mondo in un modo contemporaneo e nuovo.   

Ed è possibile fare "nuovo cinema Sardo" di questo tipo. Basta  saper coniugare tutti questi aspetti insieme: tradizione, modernità e innovazione, circondandosi di bravi professionisti  (ce ne sono tanti sul nostro territorio e molti di loro hanno lavorato anche in questo film. C'è tanta  gente che sa far cinema in Sardegna e che in altri luoghi ci invidiano.  Basta farlo coinvolgendo queste persone nel proprio immaginario, con maestranze e anche cast costituiti, totalmente o quasi, da professionisti e attori sardi che sentano e parlino e anche pensino, naturalmente, in Sardo. Agendo fuori dai luoghi comuni di Sardegna e con il massimo  rigore professionale. 

Questo è quanto avviene in questo film con tanti professionisti sardi, tra i quali una larga maggioranza di donne. Con un folto cast di sardi e sarde tra cui  spiccano nomi noti come quello di Maria Loi, attrice teatrale di successo, o meno noti come la giovanissima Barbara Pitzianti  che interpreta Grazia Deledda,  oppure Giacomo Fadda  che troviamo qui alla sua seconda prova in Sardegna dopo la bella interpretazione nel ruolo di protagonista del film LUSSU, che citiamo più avanti. 

Il risultato finale è un grande lavoro corale in grado di  coinvolgere sicuramente lo spettatore. Così come sono state coinvolte anche le uniche due attrici non sarde presenti, Galatea Ranzi e Donatella Finocchiaro,  nomi e volti molto noti che però si sono ben volentieri adeguate ad apprendere con umiltà, dai colleghi Sardi e attraverso un mirato  lavoro di "speech & vocal coaching",  come si possa e debba recitare in Sardo, per fare cinema in Sardegna e nella nostra lingua madre.  

Va peraltro ricordato come la regista Paola Columba  per la sceneggiatura si sia avvalsa anche dell'aiuto del produttore  Fabio Segatori che ha origini sarde ma ha lavorato a lungo con produzioni cinematografiche hollywoodiane (vedi approfondimento in coda all'articolo). Fabio Segatori è stato anche  il regista di LUSSU, (LINK)  altro importante film prodotto dalla stessa casa di produzione e dedicato ad un personaggio come Emilio Lussu. Anche esso altamente  rappresentativo di un'epoca della storia della nostra isola.

Un altro bel film "LUSSU", nel 2022 è stato anche finalista ai Nastri d'argento. Noi di YouTG gli abbiamo dedicato in precedenza diversi articoli. Dopo LUSSU quindi aspettiamo volentieri  di ritrovarci in prima fila per la premiere di GRAZIA. 

E chiudiamo pensando che sarebbe bello se, a questi due lavori, se ne aggiungesse anche un terzo. A completamento di una ideale "Trilogia di Sardegna" della Baby Films.  Visto l'interesse che questa casa produttrice ha finora dimostrato nei confronti della nostra storia e della Sardegna e l'impegno profuso dai protagonisti di una rappresentazione cinematografica come questa che diventa anche azione di rappresentanza sociale, storica e culturale di questa nostra Isola. 

Film GRAZIA di PAOLA COLUMBA

 

LA TRAMA DEL FILM

La storia che il film GRAZIA ci racconta si concentra sugli anni della formazione della scrittrice sarda Grazia Deledda, trascorsi sempre a Nuoro. Assistendo alle sue vicissitudini familiari, costellate da sciagure e lutti, da innamoramenti immaginari e amori reali, seguiamo la sua ostinata voglia di migliorarsi. Conosciamo la sua straordinaria determinazione, la sua tenacia, la sua sfrontata capacità di autopromuoversi. Ma anche il talento potente, il sincero amore per la sua terra, il bisogno profondo di essere compresa. Poi, un giorno, Maria Manca, direttrice di una rivista letteraria, la invita a stare per un po' a Cagliari, presentandole Palmiro Madesani che diventerà l'uomo della sua vita e suo agente.

Attraverso la storia di una ragazza che ha realizzato il suo progetto di vita, che è riuscita a riscattarsi, Grazia parla della condizione di tante donne che, alla fine dell’800, vivevano in una sorta di clausura, con pochi diritti, ma con tanti doveri.

Grazia Deledda è una figura assolutamente eccezionale per quell’epoca, ma la sua importanza dal punto di vista culturale e sociale è stata finora sottovalutata. Gli anni cruciali della sua vita, quelli della formazione del suo carattere e delle sue capacità di scrittrice, mettono bene in evidenza la questione delle pari opportunità di genere. GRAZIA non è solo una storia individuale, ma è anche uno spaccato storico sulla condizione della donna alla fine del secolo scorso, non solo in Sardegna. Inoltre, cosa purtroppo ancora piuttosto rara, il film è realizzato da una regista donna, come donne sono la scenografa, la costumista e la truccatrice. Tutti i personaggi principali sono interpretati da attrici sarde. Accanto a loro 2 attrici italiane. 

GLI AUTORI

Paola Columba, la regista di GRAZIA, ha avuto una menzione Speciale ai Nastri d’Argento per il documentario Femminismo! prodotto e distribuito in 45 città.  I suoi testi teatrali sono stati pubblicati con una prefazione di Dacia Maraini. La sua opera prima "Legami di Sangue" con Arnoldo Foà ha vinto il Premio Flaiano.

Fabio Segatori, produttore e co-sceneggiatore  ha al suo attivo varie produzioni e regie negli USA come "Hollywood Flies" e "The Ghostmaker" (distribuiti in oltre 40 paesi), "Terra Bruciata" con Giannini, R. Bova, M.Placido distribuito da Warner Bros. Recentemente ha realizzato in Sardegna il film  "Lussu" con Renato Carpentieri, candidato ai Nastri d'Argento 2022 e distribuito nelle sale di tutta Italia e in DVD con l'Unione Sarda.